La Corte Costituzionale si è espressa sul blocco dei contratti e degli stipendi dei dipendenti della Pubblica amministrazione, è illegittimo.
Per il passato questo blocco non può essere valutato.
Il blocco era stato inserito dal 2009 come misura per il risanamento dei conti.
Se ci fosse la valenza retroattiva, la sentenza sarebbe costata almeno 35 mld alle casse dello Stato. I sindacati esultano: “Ora il governo non ha più scuse. Apra subito il negoziato e rinnovi i contratti”.
Il sindacato Confsal-Unsa aveva presentato ricorso contro il blocco dei contratti per tre milioni di lavoratori.
I giudici della Consulta hanno accolto la tesi dell’Avvocatura dello Stato secondo cui l’articolo 81 della Costituzione che prevede l’obiettivo del pareggio di bilancio e “assicura l’equilibrio fra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico“.
Con il riconoscimento dell’illegittimità del blocco della contrattazione nel pubblico impiego “oggi c’è la riscossa dei lavoratori pubblici: c’è soddisfazione e commozione per la decisione della Consulta, che dà il giusto riconoscimento alla Carta Costituzionale”.
Così Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal-Unsa. “Anche se non verranno riconosciuti gli arretrati – continua Battaglia – oggi c’è il riconoscimento di un grande sindacato, che, quando gli altri stavano zitti, operava per arrivare a questo risultato”.