Nonostante il Poker sia spesso associato con i nostri tempi, questo rinomato gioco di carte in realtà affonda le sue radici nel passato più remoto della storia e andando a ritroso nel tempo, è possibile rendersi conto proprio di come il Poker odierno costituisca una modernizzazione dei vecchi giochi di carte che alcune popolazioni del mondo praticavano giù nell’antichità; nonostante questo, le prime testimonianze scritte di una partita di Poker si ebbero però soltanto a partire dal XIX secolo e fu proprio da allora, che questa tipologia di gioco psicologico cominciò la sua ascesa fino a divenire una vera e propria arte.
Oggi chi gioca a Poker lo sa, questo non è soltanto un gioco di carte, ma la simulazione di un vero e proprio teatro di guerra, all’interno del quale sono coinvolti attori con caratteristiche fisiche e cognitive estremamente differenti, ognuno con i propri interessi, strategie personalizzate e obbiettivi da raggiungere; contrariamente alla maggior parte dei giochi di carte nei quali si fa molto affidamento alla sorte e alla statistica, il Poker è invece un gioco che richiede concentrazione e spiccate doti personali, affinché sia possibile fronteggiare le subdole tattiche messe in atto da parte di ogni singolo avversario: nel caso qualcuno fosse interessato a comprendere le proprie abilità, sulla piattaforma Sisal scommesse è possibile effettuare un test della personalità di giocatore.
Faccia a faccia
Una delle più grandi particolarità del Poker, nonché un tratto distintivo che fa appassionare la maggior parte di coloro che praticano il gioco, è di sicuro il fatto di essere incentrato sulle emozioni personali vissute durante ogni mano; al di là infatti di quelle che sono le specifiche carte possedute da ogni persona seduta al tavolo, le emozioni costituiscono un’arma a doppio taglio contemporaneamente in grado di determinare vincita e sconfitta di un giocatore: si possono avere carte matematicamente vincenti, ma soltanto superando l’ostacolo emotivo posto da ogni altro giocatore, è possibile arrivare alla conquista del piatto.
I grandi professionisti di Poker sanno bene quanto siano importanti emozioni e sentimenti in ogni partita e non è un caso, se negli anni si è potuto assistere alla nascita di strategia sempre più innovative e personalizzate, per mezzo delle quali ogni attore cerca di destabilizzare l’equilibrio mentale dell’avversario. Se questo però è stato l’andamento degli ultimi due secoli, oggi che il nostro mondo avanzato sia avvia verso una sempre maggiore digitalizzazione, le emozioni implicate nel gioco del Poker stanno gradualmente perdendo di importanza.
Giocatori in carne ed ossa vs sistemi digitali
Di computer che giocano a Poker è pieno il mondo e se negli anni passati ci si è abituati soprattutto alle ormai famose piattaforma online, oggi i computer diventano risorse tecnologiche sempre più sofisticate e che proprio per la loro elevata capacità di calcolo, si stanno gradualmente sostituendo all’essere umano come attore predominante il settore ludico.
Se un tempo quindi le partite di Poker si giocavano tra persone, oggi invece ovunque si vedono tavoli composti da attori in carne che si affiancano a giocatori virtuali; man mano però che i computer diventano sistemi sempre più sofisticati, i giocatori veri si ritrovano con dei deficit incolmabili e che a lungo andare potrebbe portare ad una netta inferiorità delle abilità umane nel gioco, a meno che non si propenda per una nuova tipologia di alleanza uomo-computer come avvenne nel settore degli scacchi. Sfidare computer intelligenti, richiede di cambiare la propria strategia di gioco e adattarla ad un ambiente nel quale le emozioni non solo perdono gradualmente importanza a favore della precisione delle capacità di calcolo statistico, ma soprattutto diventano si costituiscono come la parte più debole di ogni giocatore.